Una ricerca condotta da Food Control dimostra che i cibi venduti nei punti ristoro degli aeroporti non rappresentano alcun pericolo per la salute dei consumatori. Infatti, analizzando le procedure di preparazione e le superfici di contatto, è stato appurato come tutto sia predisposto nel rispetto delle norme igienico-sanitarie.
Nello studio sono stati analizzati 44 impianti di ristorazione collocati in tre aeroporti internazionali italiani, in cui sono distribuiti, ogni giorno, una media compresa tra i 100 e gli 800 pasti. I dati, relativi alla prevenzione delle malattie di origine alimentare legate ai viaggi, mostrano standard igienici sufficientemente conformi per le circa 300 superfici a contatto con gli alimenti esaminate.
Nell’8% dei casi è stata riscontrata la presenza di coliformi totali non in linea agli standard di riferimento, mentre il 2,6% ha evidenziato una contaminazione da Enterococcus spp. Per 287 gestori, lo standard igienico relativo alla pulizia e alla disinfezione delle mani non è apparso sufficientemente elevato. La presenza batterica totale e degli stafilococchi coagulasi positivi è stata stimata sopra il limite consentito rispettivamente nell’8,4% e nel 3,5% dei soggetti.
Le analisi microbiologiche effettuate sui 773 alimenti non segnalano la presenza di listeria e salmonella, mentre sono stati identificati: Staphylococcus aureus (nel 2,3% di cibi completamente cotti e nel 9,2% di frutta e verdura fresca), Escherichia coli (assente in frutta e verdura fresca ma nel 6,1% dei cibi cotti e crudi), e coliformi totali (da 14,3% per cibi completamenti cotti e da 79,8% per cibi cotti e crudi). Nel complesso, l’esito dei risultati è apprezzabile, poiché negli alimenti è sempre presente una quantità di batteri, ma occorre dedicare sempre maggiore attenzione ai principi dell’HACCP, applicando il relativo Sistema di autocontrollo e le procedure adeguate.